Chi mi conosce bene mi sfotte di continuo perché non riesco mai a sfruttare numerose circostanze per trarre anche un minimo profitto personale. E’ vero, non ci riesco perché non voglio, tutto qua.
Faccio quello che faccio, senza trarne vantaggi economici, politici, accademici. Anzi, ci rimetto pure: gli attacchi non mancano mai, le amarezze ed i dispiaceri sono all’ordine del giorno ed ancora ho da sostenere questi due benedetti esami che mi separano dalla laurea.
Ho già raccontato qui sul blog di Raffaele Sollecito, il presunto killer di Perugia, al quale è stato concesso di laurearsi in carcere…. Beh, comincio a pensare che effettivamente conviene stare dalla parte di chi delinque, dei furbetti del quartierino, dei corrotti, degli arrestati, dei condannati. Mi converrebbe di più.
Non c’è dubbio, visti i risultati: le vittime (quelle vere) vengono discriminate, i carnefici (quelli veri) trattati come vittime e reimmessi nella società con tante scuse.
Chi indaga viene indagato, chi denuncia viene denunciato, chi si impegna viene tacciato come presenzialista o arrampicatore sociale. L’Italia funziona al contrario.
Figli di arrestati e condannati ai quali viene dato un posto di lavoro tranquillo e sicuro, orfani e vedove che entrano in parlamento assieme a precari ed operai. Senza però che ad orfani e vedove venga data giustizia, ai precari stabilità ed agli operai salari da paese civile.
Conviene continuare a fare il Don Chisciotte? Conviene continuare ad urlare, a scrivere, a denunciare tutto ciò che non va se poi ti rendi conto che effettivamente “è così che va“?
Una bella truffa alla 488, qualche mese di galera e poi con un bravo avvocato riesci ad uscire. In politica non conti nulla se non hai almeno tre, quattro avvisi di garanzia a tuo carico… fanno curriculum al giorno d’oggi. Oppure basta avere qualche buon amico, meglio se “amico degli amici” e fa lo stesso.
Questa è l’Italia purtroppo. Basta poco per mettersi al pari della società attuale. Chi ha un minimo d’istruzione e d’ingegno potrebbe intimidire, raggirare o derubare qualcuno qua e là, con mezzi più o meno leciti, più o meno sofisticati: se incensurato se la caverebbe con i domiciliari o con la sospensione della pena. E magari l’analfabeta nullatenenente, o qualsiasi povero cristo che ha rubato il pezzo di pane per sfamare i propri figli, verrà trattato come una bestia e relegato in un carcere di massima sicurezza.
E’ così che va. E non va, decisamente non va.
Chi non s’indigna non vale niente.
