Wanda Montanelli è una simpatica signora. Si interessa di cultura, arte e pari opportunità. E proprio in tema di pari opportunità ha portato avanti numerose battaglie fondando anche l’Osservatorio Nazionale ed Europeo per il Rispetto delle Pari Opportunità.
L’ho conosciuta l’anno scorso a Creazzo (VI), in occasione di un convegno su Legalità e Giustizia organizzato dall’Italia dei Valori.
Wanda era già “nota” per aver intrapreso uno sciopero della fame in occasione della presentazione delle liste del suo partito, l’Italia dei Valori appunto (del quale è tutt’ora dirigente nazionale) nel 2006. Motivo della protesta era l’esclusione sua e di altri militanti “storici” del partito di Di Pietro dalle posizioni utili all’elezione in Parlamento.
Nonostante ciò ha sempre continuato a battersi per far crescere il suo partito, con dedizione e spirito di servizio. Ma la parola gratitudine sembra essere scomparsa dal vocabolario di Tonino Di Pietro, perché proprio oggi dalla rete vengo a sapere che la storia si ripete anche alla vigilia di queste elezioni: Di Pietro ha deciso di lasciarla fuori nuovamente, e lei ha iniziato da 6 giorni un nuovo sciopero della fame. Da una donna battagliera non mi sarei aspettato altrimenti.
Ma adesso, benché l’Italia dei Valori non sia certamente il partito per il quale voterei, ho voluto far sapere comunque a Wanda ciò che penso circa questa sua scelta.
Di Pietro ha candidato delle persone rispettabilissime, per carità, ha dato spazio a Beppe Giulietti (scaricato dal Pd) ed a Pancho Pardi, entrambi anche forti ellettoralmente ma estranei al suo partito.
Ma le persone non si misurano solo sulla quantità o sulla “mediaticità”, è sbagliato. Persone laboriose come Wanda, anche se dovessero valere soltanto il proprio personale voto, meritano quanto loro di sedere in Parlamento.
Cara Wanda,
ho deciso di scriverti perché vengo a sapere, attraverso il web, che hai deciso di intraprendere nuovamente uno sciopero della fame ad oltranza a seguito dell’esclusione tua e di tanti altri militanti dell’Italia dei Valori dalle posizioni utili all’elezione in Parlamento nelle imminenti elezioni politiche.
Il sol fatto che sia già la seconda volta, mi duole dirlo, è un ulteriore punto a sfavore di un partito che, per detta del suo leader, dovrebbe essere “il partito dei cittadini”. Ma tralasciando ogni valutazione di merito per questa campagna elettorale (non voterò più per il centro-sinistra date le candidature discutibilissime di alcuni personaggi in Calabria, anzi, credo che sponsorizzerò l’astensione attiva dal voto) e il ribadire il mio dissenso all’ennesima elezione-farsa (vedi legge elettorale) in meno di due anni, voglio comunque esprimerti il mio punto di vista, con tutta la schiettezza e – forse – la cinicità che, come sai, mi contraddistinguono.
Da cattolico so certamente che il digiuno è una delle più nobili forme di penitenza, di partecipazione fisica ad un dolore dell’anima, ad una ricerca interiore di spiritualità, ed al tempo stesso il digiuno è anche ricerca di qualcosa, un qualcosa di cui l’uomo ha sempre avuto “fame”.
“Beati quelli che hanno fame e sete della Giustizia perchè saranno saziati” (Mt. 5,6).
Considerato anche che siamo in periodo pasquale, d’obbligo citare il digiuno di Cristo nel deserto, tentato da Satana durante la Quaresima.
Ma il digiuno è anche una “prescrizione” di fede, un obbligo, come nel caso del mese del Ramadan per i musulmani. Un periodo da questi vissuto come intensa opera di purificazione interiore.
Fatta questa breve introduzione a carattere prettamente “religioso” ritorno ad essere l’Aldo Pecora di sempre, e lo faccio dicendoti che, a questo punto, ritengo inutile sottoporre il tuo corpo ad una sofferenza che rischierebbe di provocargli danni irreparabili.
Certo, il tuo digiuno matura in un contesto che contribuisce a renderlo una sublime forma di protesta, significante un patimento fisico e spirituale che ne esalta la dignità del gesto, ma al tempo stesso rischia di trasformarsi nell’ennesima umiliazione di quei Valori, veri, di quella credibilità ed impegno personale, veri, che tu e tanti altri simpatizzanti del tuo partito avete messo mattone su mattone nella costruzione di questo progetto.
Per cui mi sento di consigliarti di ripensare a se e quanto vale continuare a batterti dall’interno per migliorare una casa dove di fatti oggi da padrona vieni espropriata e privata delle chiavi d’ingresso.
E’ la vita, purtroppo. Tu le dai e lei ti toglie. Ma non demordere: ci sarà sempre un De Gregorio di turno a renderti e rendervi Giustizia! 😉
Ti abbraccio
Aldo
