Nei miei anni di attivismo antimafia giovanile ho avuto il privilegio di conoscere personalmente anche magistrati e uomini e donne delle Forze dell’Ordine che avevano lavorato con Giovanni Falcone. È così che ho appreso anche aspetti e sfumature che le cronache di solito trascurano.
Falcone, che con ammirazione era sfotticchiato da colleghi e amici come “il mago degli assegni” (poiché seguendo i giri dei soldi aveva iniziato a ricostruire i traffici illeciti della mafia), aveva sperimentato e consolidato nuove tecniche e metodi investigativi: a lui si devono anche molte “innovazioni” investigative, come la costruzione del cosiddetto Teorema Buscetta, che consentí di portare alla sbarra tutta la “Cupola” di Cosa Nostra al Maxiprocesso di Palermo.
Ma erano anche gli anni nei quali l’Informatica faceva un enorme salto economico e tecnologico in avanti, e il magistrato palermitano è stato anche lí un grande innovatore.
Aveva capito, ad esempio, cosa fossero quelli che oggi chiamiamo Big Data: che per gestire e analizzare una mole enorme di dati (che prima erano trascritti a macchina e fotocopiati) ora potevano essere utilizzati database e fogli di calcolo. Così da poter condividere anche il lavoro con i colleghi.
I computer, però, erano ancora ingombranti e spesso bisognava essere discreti e veloci. Ecco che arrivano le agende elettroniche (ve le ricordate?). Giovanni Falcone ne aveva diverse. Una Casio, una Sharp, e vi annotava di tutto, anche “al volo” durante gli interrogatori. Le teneva in tasca, come facciamo noi oggi con i nostri smartphone. E un po’ sparse per casa e ufficio…
(tratto dallo speciale #SostienePecora Night Live “Io non dimentico” che terrò in diretta questa sera, 23 maggio 2020, alle ore 23.00. Chi volesse partecipare potrà collegarsi su https://facebook.com/aldopecora)
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