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Primo sangue (Rizzoli Bur), esordio letterario del giovane Aldo Pecora, è un libro-inchiesta sul delitto del magistrato calabrese Antonino Scopelliti, sostituto procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione, ucciso in Calabria il 9 agosto 1991.

Scopelliti, uomo di punta della procura generale della Cassazione, ha vestito alla Prima sezione penale presieduta dal giudice Corrado Carnevale (definito dalle cronache “l’ammazzasentenze”) i panni della pubblica accusa nel più importanti processi di mafia e terrorismo, dal Primo processo Moro, all’omicidio Chinnici, alle Stragi di Piazza Fontana e del treno Rapido 904. Quando fu ucciso avrebbe dovuto sostenere la pubblica accusa nei ricorsi in Cassazione nel Maxiprocesso contro Cosa Nostra.

Giovanni Falcone, con un articolo pubblicato su “La Stampa” (ripubblicato in appendice al libro) ha individuato nella codiddetta “Cupola” di Cosa Nostra la responsabilità dell’uccisione del giudice. Più tardi, dopo innumerevoli ritardi, suerficialità investigative e depistaggi che Aldo Pecora annota e denuncia tra le pagine del libro, anche gli inquirenti calabresi accreditarono la tesi di un “patto di sangue” tra mafia siciliana e ‘ndrangheta calabrese per eliminare Scopelliti.
Il delitto, però, è rimasto impunito.

Il volume, che si propone come strumento utile alla riapertura del caso nonché per restituire la dignità della memoria ad un eroe italiano dimenticato, è composto di diciassette capitoli nei quali l’autore ripercorre la vita e la carriera di Scopelliti, gli anni orribili della seconda guerra di mafia di Reggio Calabria (quasi mille morti in cinque anni), il maxiprocesso contro Cosa Nostra, e la lunga vicenda giudiziaria seguita alla sua uccisione, dalle condanne in primo grado per Riina, Provenzano e la Cupola siciliana in ben due tronconi processuali alle assoluzioni in appello ed in Cassazione.
Nella parte finale del libro l’inchiesta di Aldo Pecora raccoglie anche le testimonianze di due confidenti i quali aprono presumibilmente a nuovi scenari completamente inediti sul piano della ricerca della verità sul delitto.

Ogni capitolo è intervallato da un corsivo che raccoglie i ricordi, le disillusioni ma soprattutto la sete di giustizia della figlia del magistrato, Rosanna Scopelliti, rimasta orfana di padre a soli sette anni. E’ di Rosanna Scopelliti anche la prefazione al libro.

In appendice al testo vi sono due lunghe interviste esclusive concesse all’autore dai magistrati simbolo della lottà alla ‘ndrangheta in Calabria, Salvatore Boemi e Nicola Gratteri.

Da gennaio 2011 si contano, ad oggi (luglio 2011), oltre cinquanta presentazioni di Primo sangue in tutto il Paese, con importanti apprezzamenti sia in termini di critica che di vendite.

Tra le rassegne letterarie più significative alle quali Aldo Pecora è stato invitato a presentare Primo sangue si citano: “Il Senso dei Libri (Polignano a mare – Bari, marzo 2011), “Leggermente(Lecco, marzo 2011), “Cultura, Spettacolo e…(Latiano – Brindisi, aprile 2011), “Salone internazionale del Libro(Torino, maggio 2011), “Del racconto, il film” (Bari, luglio 2011), “Trame. Festival dei libri sulle mafie” (Lamezia Terme, luglio 2011), “Premio letterario nazionale Tropea(Tropea – Vibo Valentia, luglio 2011).

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