Mentre Alessandra Poggiani annuncia le proprie dimissioni da direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale per scendere in politica ed entra in vigore la fattura elettronica, il premier Matteo Renzi conferma le proprie intenzioni di mettere il digitale al centro della propria azione di Governo.
Che Renzi sia un tech addicted non è una novità. Tutte le sue campagne elettorali sono state all’avanguardia, dalle “e-news”, alla corsa per divenire Sindaco di Firenze, all’organizzazione della Leopolda, al crowdfunding per finanziare le due campagne per le elezioni primarie del Pd. Il rottamatore conosce bene le potenzialità del web, di internet, a partire dalla comunicazione (e non è un caso che in questo campo abbia scelto il migliore: Filippo Sensi, alias @nomfup e, poco dopo, Roberta “@ubimaggio” Maggio).
Oggi, a poco più di un anno da quel #enricostaisereno che lo portò da twitter a Palazzo Chigi, il premier più digitale d’Europa vuole un’Italia superveloce, digitale, smart.
DON MILANI E I NUOVI POVERI
Ci aveva visto lungo, don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana, che diceva ai propri ragazzi che i poveri del futuro non sarebbero stati quelli che non avrebbero avuto, ma quelli che non avrebbero saputo comunicare. Ognuno di noi, nessuno escluso, deve poter aver accesso alla conoscenza, liberamente, e il più velocemente possibile.
Il digital divide non può né dovrà mai più essere una discriminante tra Nord e Sud, tra città e periferie, ma solo un triste ricordo.
Grazie anche al piano Juncker per gli investimenti strategici anche in Italia potrà beneficiare di nuove infrastrutture tecnologiche d’avanguardia e abbattere drasticamente il tasso di digital divide della penisola.
LA BANDA ULTRALARGA
Il governo ha già approvato nelle scorse settimane un piano di investimenti per oltre 6 miliardi di euro per la banda ultralarga, che porterà le reti superveloci da Bolzano a Canicattì. E per uno strano scherzo del destino quella che fino ad oggi è la regione più lenta d’Italia sul web, la Calabria, sarà la prima ad essere completamente cablata per le nuove reti a 30 e 100mbit.
La deadline ufficiale fissata da Regione, Infratel (la società in house del Mise) e Telecom Italia è il 2016: i lavori sono già partiti in molti comuni dell’entroterra e le bobine di fibra stanno già solcando le nostre strade a tempo di record. E tanti saluti al digital divide.
“ITALIA LOGIN”, LA P.A. DIVENTA DIGITALE
E poi c’è “Italia Login”, la riforma che digitalizzerà tutta la Pubblica amministrazione, già annunciata dal Ministro Marianna Madia davanti ai Digital Champions d’Italia lo scorso 2 marzo a Roma. Uno dei fiori all’occhiello del piano di crescita digitale che l’Italia ha già presentato a Bruxelles. Sarà “la casa online del cittadino e dell’impresa italiana”, con l’obiettivo di unire in un’unica piattaforma digitale tutto ciò che è già stato innovato nel campo della sanità (come la ricetta elettronica), nella scuola (la parte dedicata all’informatica de “La buona scuola”), nella giustizia (con il nuovo processo telematico), in un’unica piattaforma di accesso. Così ciascuno di noi avrà una la propria “identità digitale”, un profilo civico online dal quale potrà accedere alle informazioni e ai servizi pubblici che lo riguardano, il tutto in maniera profilata.
E A MAGGIO ARRIVA IL BONUS DIGITALE
Ma il vero asso nella manica del premier è un altro. Ne stanno discutendo segretamente nei corridoi di Montecitorio Filippo Sensi e alcuni renziani d.o.c. come il sottosegretario Luca Lotti, Ernesto Carbone e Anna Ascani. Una vera e propria rivoluzione, che sembra pensata e sviluppata per colpire in contropiede Grillo e il Movimento 5 stelle proprio nel loro campo di battaglia.
E’ il reddito di cittadinanza digitale, un fondo di mille euro (83 euro al mese) per tutti i cittadini italiani con un reddito annuo inferiore a 12.000 euro, spendibile per connessioni mobili e Adsl nonché per l’acquisto rateale di smartphone, tablet e computer.
D’altra parte, anche la presidente della Camera Laura Boldrini, ospitando proprio in questi giorni a Montecitorio il gotha dell’innovazione e di Internet europei, ha detto che Internet è da considerare oramai un bene primario.
Il decreto sul bonus digitale dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei Ministri entro maggio, e potrebbe addirittura essere convertito in legge a tempo di record: pare infatti che la pazza idea di Renzi stia già raccogliendo consensi bi-partisan, grazie soprattutto all’impegno che informalmente sta fornendo anche l’intergruppo parlamentare animato da Antonio Palmieri e Stefano Quintarelli, ma anche del deputato leghista Nicola Molteni e di alcuni parlamentari 5 stelle, come il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e Roberta Lombardi (già animatrice del primo storico meetup romano del blog di Beppe Grillo).

Infografica del reddito minimo in Europa (il Fatto Quotidiano)
Aldo V. Pecora
1 aprile 2015
