#1. La silenziosa svolta istituzionale su bitcoin e blockchain
Due indizi non fanno una prova, ma quando diventano più di tre allora possiamo iniziare a “unire i puntini”.
Il primo disgelo è arrivato quando, lo scorso febbraio, il governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi aveva detto, nel corso di una sorta di “Question Time” su Twitter, che non è compito della BCE occuparsi o decidere di vietare bitcoin. “Molti di voi hanno fatto domande sul fatto che la Banca Centrale Europea vietasse i Bitcoin o regolasse i Bitcoin”, ha detto Draghi. “Devo dire che non è compito della BCE farlo.” Il governatore Draghi ha invece definito la tecnologia blockchain “piuttosto interessante”, in grado probabilmente di “rafforzare un’economia e creare molto benefici”.
Infatti, una strada che presto le banche centrali potrebbero esplorare è quella di sfruttare la tecnologia alla base delle criptovalute per l’emissione di monete digitali. Una conferma arriva da una notizia trapelata la scorsa settimana: c’è un dossier, redatto dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, che analizza vantaggi e rischi dell’emissione di una moneta solo digitale da parte delle banche centrali, accanto o in alternativa al contante.
In linea con questo nuovo corso istituzionale anche la Banca d’Italia. “Le criptovalute (o cripto-asset) di prima generazione, come i bitcoin, potrebbero evolvere e contribuire in futuro alla stabilità finanziaria”. Non si può escludere che cripto-asset stabili, sostenibili e non anonimi, alla fine possano contribuire all’efficienza del sistema dei pagamenti e alla stabilità delle istituzioni finanziarie”. Lo ha detto pubblicamente a Milano il numero uno di via Nazionale, Ignazio Visco, intervenendo ad un convegno organizzato dall’Università Bocconi su Financial Stability and Regulation. Qui il testo completo dell’intervento.
Ma in execution gli inglesi continuano a fare scuola. La Gran Bretagna ha in programma la costituzione di una task force per sfruttare la tecnologia alla base dei criptoassets, come bitcoin e altre criptovalute, come parte di nuovi piani per aiutare le aziende fintech a trovare più clienti. “Come parte di questo, una nuova task force aiuterà il Regno Unito a gestire i rischi legati ai criptoasset, oltre a sfruttare i potenziali benefici della tecnologia di base”, ha detto il ministro delle Finanze britannico Philip Hammond, nel corso di una conferenza.

George Soros nel 2012 al Festival dell’economia di Trento – credits Niccolò Caranti
#2. …. e intanto Soros
Secondo Bloomberg e Business Insider, il fondo di George Soros è pronto ad investire in criptovalute. Adam Fisher, che supervisiona gli investimenti per il Soros Fund Management, ha ottenuto l’approvazione a investire e negoziare criptovalute.
#3. Coinbase mette gli occhi (e i soldi) sulle startup
La piattaforma di acquisto e vendita di criptovalute Coinbase ha lanciato il suo fondo di investimento: si chiama Coinbase Ventures e ha l’obiettivo di investire in progetti in fase iniziale (early stage) legati a criptovalute e blockchain. Emilie Choi, Head of Corp & Biz Dev and Biz Ops di Coinbase, ha dichiarato che l’obiettivo del fondo è rafforzare il settore. “Almeno all’inizio – ha spiegato – il nostro obiettivo è aiutare le aziende più convincenti a crescere, costruire relazioni solide e stimolare lo sviluppo dell’ecosistema”. Ha anche detto che il fondo terrà d’occhio i founder che hanno lavorato per Coinbase e “investirà con entusiasmo nelle idee della nostra rete di ex-alunni”.

Christian Sewing (credits: Afp)
#4. Deutsche Bank rottama il suo capo
Deutsche Bank sta per nominare Christian Sewing nuovo amministratore delegato al posto di John Cyran. A riportarlo Bloomberg e diverse altre testate internazionali. La banca si prepara al terzo cambio al vertice in sei anni, sulla spinta delle pressioni degli investitori per un miglioramento della redditività e per invertire il calo azionario.
Il nuovo Ad Sewing tra qualche giorno compirà 48 anni: è il più giovane ad nei 150 anni di storia del colosso bancario tedesco.
#5. In agenda: Italian Fintech Forum, a Milano
Il nome dell’evento è stato in tutta evidenza “preso in prestito” dal gruppo Facebook fondato un paio d’anni fa dal curatore di questo blog, ma ciò non toglie che si tratti comunque di un appuntamento importante e davvero degno di menzione. Il 12 aprile, tanti CEO Fintech da tutto il mondo saranno protagonisti, a Milano, di uno dei grandi appuntamenti sul tema: l‘Italian Fintech Forum. In bocca al lupo agli organizzatori!
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Aldo
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