Aldo V. Pecora
#1. C’è la prima “lobby” delle startup: ItaliaFintech
Il curatore di questo blog ne aveva parlato, soprattutto tra addetti ai lavori, più volte: il fintech è una delle poche cose che funziona nell’ecosistema italiano dell’innovazione. Ma per farlo scalare davvero (e non è un caso che le nostre più grandi startup del settore vadano oggi ad aprire una Ltd a Londra) bisogna iniziare a fare squadra. A portare il regolatore e soprattutto il legislatore a dare strumenti reali di competitività in un mercato, quello europeo, dove siamo ancora indietro.
Quindi salutiamo con molto interesse la nascita di ItaliaFintech, l’associazione che riunisce i principali attori italiani della finanza innovativa e che l’obiettivo di agevolare l’accesso di imprese e privati ai propri servizi fintech e contribuire ad alimentare il dialogo con istituzioni e operatori tradizionali. Sono 19 le aziende che hanno aderito all’iniziativa, di alcune abbiamo già sentito parlare, di altre, sinceramente poco o nulla: BorsadelCredito.it, Conio, Credimi, Epic, Fifty, Housers, Lendix, modefinance, Moneyfarm, N26, Oval Money, Prestiamoci, Raisin, Satispay, Soisy, Soldo, Virtualb, Workinvoice, Younited Credit.
I numeri delle fintech che fanno cartello
Nel complesso queste realtà esprimono un portfolio a livello europeo di oltre 920 mila clienti (425 mila solo in Italia), che si traducono in 450 milioni di euro in risparmi, finanziamenti e pagamenti gestiti. Società che hanno inoltre una capacità di raccolta complessiva di investimenti di 253 milioni di euro. Il gruppo di lavoro, che sarà presieduto a turno da ognuno degli aderenti, ha eletto per il primo semestre come proprio rappresentante Ignazio Rocco di Torrepadula, founder e CEO di Credimi.

i cofounder di N26 Valentin Stalf e Maximilian Tayenthal
#2. Il round (e che round) di N26. E il recinto del fintech europeo
N26 ha raccolto 160 milioni di dollari in un finanziamento di serie C guidato da Allianz X, del Gruppo Allianz, e Tencent, il gigante cinese di servizi Internet (controlla WeChat, un miliardo di utenti attivi mensili). L’operazione rappresenta il più grande finanziamento di equity nel fintech finora registrato in Germania, nonché uno dei più consistenti in Europa. Fondata nel 2013 da Maximilian Tayenthal e Valentin Stalf (CEO) e basata a Berlino, N26 ha raccolto finora 215 milioni di dollari in investimenti. Dal suo lancio, a gennaio 2015, dichiara di aver acquisito più di 850 mila clienti, con l’obiettivo di raggiungere 5 milioni di clienti entro il 2020.
Connect the dots
Connect the dots, diceva Steve Jobs: Allianz ha investito non più di un anno e mezzo fa anche nella startup italiana MoneyFarm. E la stessa N26, all’epoca Number26, a inizio 2016 aveva stretto un accordo commerciale con un importante unicorno fintech, Transferwise.
Servizi finanziari, pagamenti, investimenti. Manca il credito, ma se tre indizi fanno una prova, il recinto del fintech europeo sta iniziando a chiudersi davvero.
#3. Benvenuto Samsung Pay
Dopo Apple Pay, lanciato in Italia a maggio 2017, è arrivato anche Samsung Pay, il servizio della Big Tech coreana che permette di pagare con lo smartphone. E’ disponibile non solo sugli ultimi modelli di smartphone Galaxy S9+ e Galaxy S9, ma anche sui meno recenti Note8, Galaxy S8+, Galaxy S8, Galaxy S7 edge, Galaxy S7, Galaxy A8, Galaxy A5 2017, Galaxy A5 2016, e sui Watch Gear S3 frontier, Gear S3 classic, Gear Sport.
Come funziona
Samsung Pay consente di pagare dal proprio smartphone e fare acquisti praticamente in qualsiasi esercizio commerciale che accetta le carte di credito, di debito o prepagate. Per utilizzare il servizio basta accedere all’applicazione Samsung Pay registrandosi con le credenziali del proprio account Samsung, e aggiungere la propria carta di credito.
#4. CryptoSecurities Exchange
Una Borsa valori nazionale autoregolamentata e basata sui codici, totalmente trasparente, fondata sulla blockchain e registrata presso la Securities and Exchange Commission (SEC). È l’obiettivo del team di CryptoSecurities Exchange, startup che sta sviluppando una piattaforma di trading online che si occuperà di mettere direttamente in connessione investitori e imprenditori, piccole imprese e aziende.
#5. Revolut ha fatto una carta di credito usa e getta
Una carta di credito virtuale, usa e getta, che viene distrutta dopo ogni transazione. A lanciarla la scorsa settimana la startup fintech Revolut. Dopo il pagamento, la piattaforma disabiliterà la carta per sempre e, se viene richiesto un nuovo addebito, la transazione avrà esito negativo.
Fondata nel 2015 da Nikolay Storonsky e Vlad Yatsenko e basata a Londra, Revolut è attiva nel settore dei pagamenti e nel money transfer, vanta 1,2 milioni di utenti in tutto il mondo e 600 mila in Gran Bretagna. Permette di trasferire soldi e cambiare istantaneamente denaro in 26 valute diverse con il tasso di cambio reale e usare la carta contactless Revolut MasterCard in 120 valute. Dalla sua fondazione ha raccolto 86 milioni di dollari di finanziamenti da business angel e venture capitalist. Da settembre è operativa anche in Italia. Tra gli ultimi servizi lanciati anche l’assicurazione Pay-per-Day, prodotto per dispositivi mobili, che utilizza i dati di localizzazione dello smartphone per attivare e disattivare automaticamente la copertura.
Appuntamento alla prossima settimana!
